(detto
il Silenzioso). Imperatore d'Oriente.
Funzionario alla corte di Zenone Isaurico, quando l'imperatore morì nel
491 divenne consigliere della sua vedova, l'imperatrice Ariadne, che subito dopo
sarebbe diventata sua sposa.
A. riuscì a farsi incoronare
imperatore, pur non godendo dell'appoggio del patriarca Eufemio che sospettava
una sua simpatia per la dottrina monofisita. Tali sospetti si rivelarono del
resto fondati, poiché, inizialmente obbediente alle decisioni del
Concilio di Calcedonia, che aveva ribadito le due nature di Cristo, negli ultimi
anni
A. favorì apertamente i monofisiti. Tale politica religiosa
non mancò di sollevare continue agitazioni e una serie di sommosse,
suscitando infine nel 513 la ribellione del suo generale, Vitaliano, capo
dell'armata del Danubio. Per porre termine alla rivolta
A. si vide
costretto a concedere molte garanzie agli ortodossi, ma le lotte religiose non
furono spente del tutto. In campo politico-militare, dopo aver domato (491-497)
la ribellione degli Isaurici dell'Asia Minore, sollevatisi perché
contrari alla sua elezione,
A. fronteggiò le incursioni di Slavi,
Bulgari e Persiani, ordinando la costruzione di opere di difesa ai confini (le
"mura lunghe" tra il Mar Nero e il Mar di Marmara); fu però sconfitto nel
502-505 proprio dai Persiani. Nel frattempo, nel 498 egli aveva riconosciuto
ufficialmente il dominio in Italia di Teodorico e successivamente di Clodoveo,
ottenendone a sua volta il riconoscimento della sua sovranità. Esperto
amministratore, introdusse numerose riforme in campo finanziario, favorendo
soprattutto i mercanti della città e i produttori. Regolò
l'organizzazione di feste e spettacoli, abolendo le feste orgiastiche di maggio
e i combattimenti con le belve nel circo. In campo legislativo adottò
alcune disposizioni che sarebbero poi state introdotte nel Codice di
Giustiniano. Alla sua morte gli successe Giustino I (Durazzo 430 o 431 -
Costantinopoli 518).